Pizzica e kletzmer, un Concertone all’insegna di cuore, radici e festa

David Krakauer, maestro concertatore della 28esima edizione de La Notte della Taranta, spiega il suo impatto con la pizzica. Novità dell’edizione 2025, l’istituzione di Premio alla carriera del Comitato scientifico

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“Partire dalla tradizione sì, ma puntando anche a fare cose nuove, a sorprendere”. Si è approcciato alla “pizzica” con tanta curiosità e si è immerso nel suo ruolo di maestro concertatore con impegno, oltre che con il suo grande bagaglio di musicista e compositore. Si è presentato oggi, facendo ascoltare anche qualche frammento dei primi incontri con l’orchestra David Krakauer, maestro concertatore della Notte della Taranta 2025.

Presentato da Sandro Cappelletto, consulente artistico della Fondazione La Notte della Taranta, il maestro clarinettista newyorkese, nato nel 1956, un “fuoriclasse” della musica klezmer, genere che ha indagato e rinnovato per anni, restituendone la festosa vitalità originaria, ha palesato tutto il suo entusiasmo per il suo incarico, rimarcando sia le suggestioni dell’incontro tra pizzica e kletzmer, un dialogo musicale profondo tra due tradizioni culturali e sonore segnate dalla riscoperta delle proprie radici, sia il ruolo dei “colleghi” orchestrali. E le lodi all’Orchestra Popolare Notte della Taranta sono una costante, è da rimarcare, di tutti i concertatori arrivati a Melpignano dal 1998 a oggi.

Ha iniziato a febbraio il suo intenso lavoro di esplorazione della pizzica, partendo dallo studio rigoroso delle fonti primarie. “Sono partito dalle fonti primarie, dalle musiche raccolte nel 1954 dallo studioso statunitense del folklore Alan Lomax e dal musicologo italiano Diego Carpitella”, dice Krakauer, “questo lavoro è molto vicino a quello che in passato ho fatto personalmente con la musica klezmer: trascrivere vecchie registrazioni e cercare di arrivare a coglierne il cuore, l’autenticità”.

Ovviamente non c’è solo ricerca, ma lavorerà sul “fuoco della tradizione, non sulle ceneri”, come ha rimarcato Cappelletto, “il mio lavoro sarà avvicinarmi a questa tradizione antica, profondamente radicata, e svilupparla, innovarla. Sperimentare. Giocarci. E questo è esattamente ciò che stiamo facendo con l’Orchestra Popolare, formata da musicisti straordinari che hanno dedicato la loro vita alla pizzica e all’amore per la terra che la esprime. L’obiettivo è onorare e preservare il nucleo profondo di questa tradizione, consentendoci al tempo stesso di essere creativi, di sorprenderci. Quindi, sì, ci sarà quella pizzica travolgente che conoscete, ma ci saranno anche tocchi inaspettati. Preparatevi a questo”.

E con la macchina organizzativa a pieno regime, per organizzare il festival e la 28esima edizione del Concertone, in programma sabato 23 agosto, fervono i anche per il Corpo di Ballo de La Notte della Taranta, guidato, in questa edizione da Fredy Franzutti, coreografo salentino fondatore del Balletto del Sud. Le intenzioni sono quelle di “rielaborare le connotazioni visive della pizzica e del fenomeno di cui è espressione, mantenendo la memoria dell’argomento e attingendo agli studi antropologici più autorevoli. L’obiettivo”, chiude, “è rendere quell’immagine contemporanea rispettandone il valore storico”.

Tra le novità dell’edizione 2025, intanto, è stata annunciata l’istituzione di un Premio annuale alla carriera assegnato dal Comitato scientifico. L’artista premiata quest’anno è Sara Modigliani, “figura straordinaria nel panorama della musica folk italiana, capace di coniugare con rara coerenza la ricerca storica, l’espressività artistica e l’impegno sociale”, si legge nella motivazione del riconoscimento; il suo percorso, che spazia dai canti del folklore alla canzone romana, dai canti risorgimentali e della Resistenza a quelli di protesta e denuncia delle disuguaglianze sociali, testimonia una dedizione instancabile alla valorizzazione e alla salvaguardia del patrimonio musicale popolare del nostro Paese. L’artista, colpita da quello che definisce un “onore inatteso”, si dice profondamente emozionata. “Mai avrei pensato che un percorso nato dalla passione, dalla necessità di dare voce alle memorie, ai canti, alle lotte e alle speranze del popolo, potesse essere un giorno riconosciuto in questo modo”, e continua: “ho camminato per decenni al fianco di straordinarie figure come Giovanna Marini, che spero continui a tenermi per mano anche da lassù, e ho condiviso ogni tappa di questo viaggio con compagni di strada, maestri e allievi, voci antiche e nuove. Questo premio parla anche per chi canta per tramandare, per chi insegna per restituire, per chi crede che la musica popolare sia una forma altissima di cultura, resistenza e comunità.

 

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