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Coltivare con lentezza. L'orto di comunità di Morciano di Leuca

Nel giardino del Barlento di Enrica Degiorgi, nella villa comunale, crescono verdure per le persone in difficoltà

Enrica-Degiorgi
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Si seminano verdure e, tra un caffè e cornetto e l'aperitivo, cresce una comunità. A Morciano di Leuca nel giardino attiguo al Barlento, nella villa comunale, è nato un piccolo orto di comunità. Un piccolo progetto che realizza l’idea di mondo che Enrica Degiorgi, giovane titolare del bar, mette in pratica ogni giorno. Una vita improntata sulla lentezza, nel rispetto dei tempi della natura e dell’uomo, come suggerisce anche il nome dell’attività che da qualche anno porta avanti nel piccolo paese del capo, a pochi passi da Leuca. “Al Barlento, andiamo piano ma non ci si ferma mai”, dice Enrica al telefono commentando la sua iniziativa mentre è dal vivaio a scegliere le piante per l’orto.

Finocchi, insalate ma anche la menta e le piante aromatiche per i cocktail, pensando all’arrivo della bella stagione “perché si tornerà ad incontrarci”, afferma piena di speranza. La positività è un tratto del suo carattere, ma è anche un approccio alla vita assorbita forse dai suoi studi in lingue e culture orientali: “un problema lo voglio mangiare, non voglio farmi travolgere” spiega.



È con questo spirito che, insieme ai suoi dipendenti, clienti e amici, ha dato vita all’orto del Barlento: “a novembre, quando il virus ha fatto risentire i suoi effetti e stavamo per ripiombare in un periodo di chiusure e di ristrettezze, abbiamo deciso di coltivare un pezzo dell’aiuola vicina al bar”, racconta, “cavolfiori, rape, insalate, cicorie le piante dei nostri nonni, quelle di stagione, che avremmo donato alle famiglie in difficoltà”. Un aiuto concreto, ma anche un simbolo rinascita in un mondo fermo, metafora di un ritorno all’approccio lento. “Con l’orto”, continua Enrica, “si sperimenta un’organizzazione del lavoro nel rispetto dei tempi della natura nel pieno rispetto della madre terra”.

Una visione che accompagna Enrica da sempre, sin da adolescente, quando su un muro di casa scrisse una frase, forse di Bakunin, che le si è tatuata nell'anima: “Abbiamo esagerato con il superfluo e non abbiamo più il necessario”. Ne ha fatto uno stile di vita, credendo fermamente che per cambiare ciò che non va nel mondo ci si debba impegnare ogni giorno.

E con il Barlento è riuscita a mettere in pratica ciò che immaginava: “volevo che nella piazza di Morciano ci fosse un posto accessibile alle famiglie, dove potessero stare bene mamme, bambini e chiunque avesse voglia di concedersi del tempo per sé”, spiega, “nella saletta interna ci sono anche libri e giochi a disposizione”. Tutto è scelto con cura,  dalle materie prime, prodotti locali e stagionali con cui prepara gli snack per gli aperitivi, all’arredo, realizzato in pellet, ovvero bancali riciclati, seguendo la tendenza dell’up-cycling, che rinnova la vita degli oggetti.



Così per l’orto: “abbiamo iniziato a novembre, ce ne prendiamo cura e impariamo ogni giorno”, dice con tono serafico, senza preoccuparsi troppo se il raccolto verrà. A distanza di pochi mesi ha dato i primi frutti, donati all’associazione Avis comunale di Morciano di Leuca, che sta provvedendo a distribuirli alle famiglie meno abbienti. Enrica si avvale di “speciali” consulenti agronomi: “alcuni anziani del paese passano a controllare e mi danno suggerimenti su come si raccolgono le rape: “tocca cogli sulu lu mienzu” oppure le bietole “tocca tagli lu fore così scattunane”. E se i finocchi non sono pronti, si faranno. Del resto lo diceva anche Lao Tsu: “La natura non ha fretta eppure tutto si realizza”.

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