Dedicato a Pierre: mattoncini, colori ed emozioni
Il cimitero di Lecce si colora col monumento funebre “rifugio”, ideato e realizzato dall’artista Andrea Buttazzo e dagli amici del giovane leccese morto tragicamente lo scorso novembre
Il silenzio consono al luogo, quello che si è certi di incontrare tra mura di riposi eterni e fiochi lumini, interrotto di consueto solo da passi lenti che vanno a cambiare l’acqua ai fiori o da sussurri di preghiere, svanisce all’improvviso, in quel prato di tombe basse dove si sente un brusìo di voci giovani fuori dal comune.
A ben guardare, sono tanti, spuntano capelli rosa, verdi, blu, riuniti in piccoli gruppi, con quella promessa di futuro che si porta dietro ogni adolescenza. Cosa ci fa un gruppo di giovanissimi studenti nel cimitero di Lecce? Sono lì per ricostruirsi un pezzo di cuore. Quel pezzo che si è rotto quando il loro amico Pierre è morto tragicamente nel giorno del suo compleanno lo scorso novembre, e da allora, per trovare pace, hanno cercato una strada, un modo per esprimere il dolore e per tenere viva la memoria del giovane amico. Con le emozioni tipiche di quell’età, la voglia di cambiare le cose, la voglia di fare.È qui che la storia prende una piega di valore. È qui che un insegnante diventa guida e faro per i suoi allievi: Andrea Buttazzo, artista leccese e docente al Liceo artistico "Ciardo-Pellegrino", accoglie tutti quei ragazzi nel suo laboratorio d’arte, Lab 11, dove modella, plasma diversi materiali ma soprattutto la pietra leccese. Tutto ciò che è fatto in pezzi, allora, viene ricostruito, rimesso insieme: il cuore e anche, forse soprattutto, la speranza di tutti quei ragazzi che nella vita hanno bisogno di credere e dal mondo hanno bisogno di essere accolti, curati, lasciati germogliare. Nasce così l’idea di lavorare tutti insieme a un monumento funebre per Pierre, un lavoro collettivo che però lasci emergere i singoli talenti, un’opera d’arte in divenire, senza fine, in suo nome, che sfida il tempo e lo spazio con una forma tutt’altro che regolare.
Ogni amico, ogni compagno costruisce nel laboratorio d’arte il suo mattoncino, personalizzandolo con scritte e tecniche di decorazione. Con l’aiuto di Andrea, il “rifugio” per Pierre prende forma nel progetto, nella prova al chiuso e infine nella posa in opera al cimitero, nel corso di due pomeriggi alla luce di una primavera piena di tepore. Con i ragazzi ci sono anche i genitori di Pierre, c’è l’attore Simone Franco, c’è Gabriele Buscicchio, di BeProject, che con la sua videocamera documenta tutto. Ma non solo, c’è una festa per questa piccola impresa, durante la quale gli occhi di quei ragazzi sono sgranati e pieni di luce, si potrebbe dire di avvenire. Ci sono abbracci e lacrime ma soprattutto moltissimi sorrisi.
Pierre adesso ha la sua giusta memoria, in quel prato verdissimo nel cimitero di Lecce, colorato da mattoncini che sono tante opere d’arte che ne fanno una unica, frutto di tante mani e tanti sogni, messi insieme grazie ad Andrea Buttazzo, come fosse un dono per lui e per chi si soffermerà lì, davanti al suo nome. Pierre ora ha la sua memoria, come è sempre stato dentro il cuore di tutti coloro che lo amano.