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Verso il mare, il forno con la masseria intorno
Tra le campagne di Frigole c’è un luogo che profuma di buono, di pane e pizzi, taralli e frise che Angela ed Ezio sfornano ogni mattina. Una bella storia di famiglia che riscopre i sapori del passato e la genuinità dei frutti della terra.}
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Nessun’aia, niente archi d’ingresso o cortili, questo posto non somiglia all’immagine classica delle masserie salentine. Via del Cinghiale è un contesto informale, una stradina tra una manciata di case di recente costruzione. Un angolo fermo nel tempo alle porte della città che si raggiunge con una deviazione tra le campagne dalla strada che da Lecce punta al mare di Frigole, poco prima del centro abitato. L’arrivo a Masseria Giammatteo, oggi abitata da un piccolo clan familiare, è segnato dal grande frantoio cooperativo dismesso, del tempo in cui a Giammatteo, oltre a cuocere il pane nel forno collettivo, si portavano anche a frangere le olive. “Mio nonno Donato è arrivato qui negli anni Trenta, mettendo su l’azienda agricola”, racconta Ezio con voce fiera, perché quei campi hanno cresciuto figli e famiglie quando l’agricoltura era ancora un settore florido.
Poi ci si è dovuti reinventare. “Siamo contadini diventati fornai”, dice divertita Angela, riassumendo in quattro parole una vita di fatica e sacrifici, “in campagna abbiamo bat- tagliato sin da bambini”. Energica e vivace, è “tutta fare fare”, la si immagina svelta, con le mani sempre in pasta, ma non è così: “è Ezio a fare gli impasti”, puntualizza, “io modello pani e taralli”. Lei la forma, lui la sostanza, saldati insieme in un equilibrio perfetto. Ed è il profumo di pane a condurre sino a un cancello bianco, ingresso del “regno” di Angela ed Ezio. Il punto vendita ha una parete “foderata” di frise e taralli, legumi secchi e biscotti, olive e fichi con le mandorle. Su quella opposta sfilano i prodotti appena usciti dal forno, che troneggia a fiamma viva nella stanza accanto. “Le ricette però le conosciamo solo noi, sono quelle antiche”, ammiccano complici, “non le diamo a nessuno, neanche ai figli nostri. Abbiamo imparato guardando i nostri nonni e zii”.
E se la ricetta dei pizzi è un segreto gelosamente custodito, si indovina invece quello del loro successo: “siamo sposati da 40 anni, siamo una famiglia affiatata”, dice Ezio con un filo di commozione. Il verso degli animali richiama l’attenzione e fa capire che in questo mondo fatto di cose semplici ci sono anche loro. Lì dove l’asfalto lascia il posto a un sentiero sterrato c’è il grande recinto. Un pavone bianco apre la coda, sembra una sposa tra faraone e papere, emù e asini, vitelli e maiali. I “leccesi che sanno” vengono a Giammatteo per comprare il pane, i legumi e le verdure appena colte, ma anche per loro. Per fare avvicinare alle caprette i figli che, emozionati, si lasciano mangiare l’erba fresca dalle manine.
Da quei pizzi, ormai vent’anni fa, tutto ricominciò con un forno a legna più grande, i sapori di una volta e il passaparola dei clienti, che come un lievito hanno fatto crescere l’attività. Di notte si lavora davanti a una bocca infuocata. Di giorno si raccolgono verdure, sorrisi, saluti. Mentre le galline scorrazzano impettite.
DOVE SI TROVA
Lu furnu te la Masseria Giammatteo si trova a Frigole, in via del Cinghiale, 3.
INFO E CONTATTI
Il forno è aperto dal martedì al sabato dalle 8 alle 13.30 e dalle 16.30 alle 19; la domenica dalle 7 alle 13.
Tel. 0832/379166; 338/9384252. Facebook: lufurnutelamasseriagiammatteo