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La classe nell'oliveto: Agribimbi e la scuola nella natura

Natura, autonomia, creatività: Agribimbi è un progetto di educazione all'aperto, nato nelle campagne di Cutrofiano.

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Imparare a contare, osservando i puntini neri di una coccinella. Scoprire la primavera dal colore dei boccioli in giardino. Le prime parole, quelle della natura e dello scorrere delle stagioni. È quel che accade quando la classe è circondata da un oliveto, i banchi sono sotto gli alberi e anche con la pioggia la lezione si fa all'aperto.

È quanto succede in classe da Agribimbi, il progetto di outdoor education che ha trovato casa nelle campagne di Cutrofiano, da circa due anni. “L’apprendimento, prima di essere un processo cognitivo, è un atto emotivo e sociale, soprattutto nella prima infanzia: è necessario che i bambini conoscano se stessi e gli altri attraverso il gioco, le diverse espressioni artistiche e sperimentino le loro tante intelligenze differenti”. A parlare è Adalgisa Romano, tra le responsabili del progetto, una formazione artistica, con interior design, e in seguito un percorso di studi sempre più orientato verso l'infanzia e le sue meraviglie.

Adalgisa si è formata presso l’asilo nel bosco di Ostia, tra le prime scuole all’aperto sul territorio nazionale, e si è specializzata in Educazione in natura presso l’Università di Bologna. La sua idea di scuola si situa nel proseguimento di quelli che erano una volta i progetti delle vacanze nei centri estivi, le colonie, in contesti immersi nella natura. “Con entusiasmo ho scoperto il mondo dei bambini, la sua energia, la linfa vitale che è in grado di trasmettere e ho continuato ad approfondire”, racconta. “Lavorare i bambini mi ha permesso di riacquistare una parte della mia infanzia forse non pienamente vissuta”. Da semplice occupazione professionale, quella di Adalgisa è diventata una vera e propria missione: diffondere quella che viene definita outdoor education. L’educazione all’aria aperta e i suoi benefici, sulla salute, sull’apprendimento, nel corpo e nello spirito dei più piccoli.

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Agribimbi debutta durante l’anno scolastico 2018/19, unica scuola all’aperto in tutto il Basso Salento, iscritta al Comitato Nazionale Educazione in Natura, che conta oggi circa un centinaio di realtà educative all’aperto in tutta Italia. Insieme ad Adalgisa ci sono Sandra Villani, scenografa, tecnico di base equestre e discipline integrate ASI, la pedagogista Benedetta Licci, il professore Ezio Del Gottardo, docente in Ricerca e innovazione didattica presso l’Università di Foggia, supervisore scientifico del progetto Agribimbi, autore del primo saggio dedicato al centro educativo psicopedagogico, nato a Galatina.

La risposta delle famiglie del territorio è stata sorprendente. “Le adesione sono aumentate in pochissimo tempo, tutto grazie al passaparola”. Indice di un’esigenza presente e urgente nella zona, di un’educazione che passi realmente attraverso l’esperienza, che non si limiti al supporto cartaceo o a quello digitale, ma riesca a coinvolgere tutti e cinque i sensi, in un contesto naturale e sano. “Conoscenza del mondo attraverso il mondo stesso non all’interno dei confini di una scheda”, continua, “una scuola veramente esperienziale che assecondi la spontanea curiosità dei bambini”.

Ma come si svolge una giornata tipo ad Agribimbi? “Prima di iniziare c’è un momento dedicato all’accoglienza”, ci dice Adalgisa, “con letture, esercizi di manipolazione e disegni”. Poi c’è il momento della colazione condivisa e a seguire ci si divide per piccoli gruppi, in base alle fasce d’età e agli interessi. I più piccoli restano nel giardino recintato di “appena” mille metri quadri, mentre i più grandicelli partono alla scoperta della natura circostante, ben equipaggiati. Tenuta leggera e crema solare d’estate, cappotto imbottito, sciarpa, guanti e berretto d’inverno, stivali di gomma e impermeabile per le giornate piovose, ad Agribimbi l’attività all’aria aperta è quotidiana.

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“Le regole sono poche, ma essenziali e costantemente ripetute”, spiega. “Al contrario di quanto spesso si pensa riguardo alle scuole all’aperto, qui diamo tantissima importanza alle regole e puntiamo alla conquista dell’autonomia”. Un esempio è il momento del pranzo: si pranza tutti insieme e, oltre alla condivisione, e al rispetto degli spazi in comune, i bambini hanno la responsabilità della gestione e aiutano nell’organizzazione del momento del pasto.

L’obiettivo principale è mettersi in gioco, conoscersi, imparare giocando a gestire ed esprimere le proprie emozioni con consapevolezza. Tutto questo, circondati da un habitat rurale che di per sé favorisce la calma e incoraggia la cooperazione, la curiosità e la partecipazione alle tante attività proposte. Ad Agribimbi, si coltiva l’orto, s’impara a riconoscere le piante e a valorizzarne gli scarti. Si insegnano ricette facili e stagionali, i giochi sono strutturati e spontanei, attraverso attività creative e performative. Si osservano da vicino gli animali domestici e da cortile e si impara a prendersene cura, attraverso attività di maternage. Per i più grandicelli, si cominciano anche le attività prescolari di preparazione alla scuola primaria.

Accanto agli educatori, il ruolo dei genitori è fondamentale. “Le famiglie non sono semplici fruitrici del progetto Agribimbi, ma ne diventano parte integrante, soci”, spiega Adalgisa, “condividiamo la stessa missione e gli stessi ideali”. Ideali che in Italia hanno una storia antichissima. "Le scuole all'aperto non sono un'idea che abbiamo importato dal Nord Europa", continua Adalgisa, "in Italia già tra la fine dell'Ottocento e i primi del Novecento, i nostri pedagogisti ne avevano compreso i benefici". Basti pensare alle pedagogiste Rosa e Carolina Agazzi e alla loro concezione di educazione a contatto con la terra o alla più celebre Montessori che con la Casa dei Bambini aveva teorizzato scuole con ampi cortili, attività di giardinaggio, cura della terra e degli animali.

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L’accompagnamento degli educatori è fondamentale e qui ad Agribimbi ce n'è uno per ogni gruppo da cinque bambini. Un aspetto da tenere in considerazione soprattutto in questo periodo di transizione e di riorganizzazione del settore dei nidi e delle scuole dell’infanzia, per rispettare le norme ministeriali relative all’emergenza Coronavirus. “Usare la mascherina con i bambini non è facile”, spiega Adalgisa, “la comunicazione, in particolare con i più piccoli, passa dal volto, dal sorriso, dall’espressione e dalla parola”.

“Siamo in un momento di riorganizzazione anche noi, sebbene questa emergenza abbia fatto conoscere al grande pubblico l’importanza dell’educazione all’aria aperta e del lavoro con piccoli gruppi”. Il diritto allo spazio vitale, all'aria sana e pulita, al contatto quotidiano con la natura e la terra, a costruire relazioni di fiducia con l'adulto di riferimento e tra coetanei. E se il futuro fosse proprio una classe di bambini nel cuore di un oliveto?

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