Una chitarra con le ali
Se ci si potesse librare nel cielo senza meccanici artifici, non sarebbe poi tanto faticoso comprendere quanto le miserie terrestri siano ben poca cosa. Eppure sovente assurgono a elementi fondanti e fondamentali della vita. Lo scarto in alto, per quanto concesso a chi vive con coi piedi ben saldi per terra, a volte solo con la testa tra le nuvole, avviene quando l’uomo diventa “Consapevole”. Nel titolo del singolo di lancio dell’album di Agnese Contini si intravede la chiave di volta di un lavoro suonato a mezz’aria, fra l’odore penetrante della terra umida e un vento che ulula forte. “Dinamiche di volo”, titolo del disco strumentale della chitarrista salentina, è un’ode alla vita e alla chitarra stessa, che tra le mani della musicista diventa eterea, nella forma e nella sostanza, riprendendo la spiritualità più pura di George Harrison e lasciandosi inondare ora dalle suggestioni di “Pink moon” di Nick Drake, ora dalle derive alla “Drifting” di Ande McKee, ora dall’immensità di “Ocean” di John Butler, ora da “Winter is for lovers” di Ben Harper. Perché le melodie folk, blues e pop che si sviluppano nelle dieci canzoni senza parole di Contini, ondeggiano tra i messaggi di speranza di “Resta sempre un po’ di luce” e la voglia di prendere se stessi per mano di “Il coraggio Amelia”; tra la meditativa sospensione de “L’attesa” e gli interrogativi ricorrenti di “Daimon”. Il tutto, senza mai perdere la necessaria “Leggerezza”, in un cerchio che si chiude in se stesso, con la title track che diventa prologo ed epilogo di un volo tanto arduo quanto urgente.