Terza serata del festival: Emma presenta i Negramaro
Stasera secondo ascolto delle canzoni in gara. Apre Alessandra Amoroso, settima in lista. Poi Diodato, decimo, e infine Giuliano Sangiorgi e la sua band. Domani i duetti.
Il festival entra nel vivo. I ritmi aumentano, la tensione sale, le polemiche si moltiplicano (John Travolta, la manifestazione dei trattori, i testi delle canzoni, gli ospiti, i cachet) di pari passo con le persone che ormai riempiono ogni spazio di ogni via della cittadina, nei dintorni o lontano dall’Ariston. Intanto ieri sul palco sono saliti 15 dei 30 artisti in gara, presentati dagli altri 15 che cantano invece oggi scambiandosi il ruolo con chi nella seconda serata ha “presentato”...
Un’idea un po’ macchinosa su cui Teresa Mannino, co-conduttrice della terza serata, ha scherzato molto nella consueta conferenza stampa mattutina di Amadeus, durante la quale la casualità dell’estrazione ha abbinato Emma ai Negramaro, che si esibiscono per 12esimi. Proprio Emma, sempre altissima nella classifica Earone delle canzoni più trasmesse in radio, oggi ha spiegato come nasce la sua canzone: “Apnea è risultato di oltre 14 anni di lavoro musicale su me stessa e di tutte le esperienze fatte. Ho avuto la capacità di apprendere da tutte le collaborazioni che ho affrontato e posso dire di avere avuto l’onore di duettare con i più grandi della musica italiana, da Franco Battiato a Pino Daniele, fino a Renato Zero e Loredana Bertè. Ma tanto mi hanno dato anche ragazzi più giovani e magari meno conosciuti come il rapper Gianni Bismark o l’artista trap Tony Effe, perché io sono fatta così, ho questa indole di voler imparare. Magari anche da ragazzini impegnati in una jam session che incontro in qualche localino. Nonostante il peso della carriera che mi porto appresso sono una persona molto umile e penso che si può sempre fare meglio. Io ho fatto qualunque cosa per la musica, e sempre la farò”.
La quarta partecipazione al Festival è un punto di svolta che arriva dopo anni difficili in cui ha dovuto combattere con la malattia: la sua e quella del padre. La sua è riuscita a sconfiggerla, quella del padre no. Ed è su questo argomento che l’artista di Aradeo ha un attimo di cedimento che le incrina la voce. È un attimo, poi torna a fare la Emma che tutti conoscono: “Io sono figa, non solo quando ho uno staff dietro che mi rende quello che vedete sul palco di Sanremo; lo sono quando mi alzo la mattina con la faccia stanca o quando, struccata, vado a fare la spesa. Ragazze, tutte siamo e siete fighe: non permettete a nessuno di farvi dubitare di voi stesse”.
In mattinata in conferenza stampa è arrivata Alessandra Amoroso, che ha parlato del momento che sta vivendo come un momento di rinascita e della sua prima partecipazione a Sanremo come di una decisione arrivata solo nel momento in cui ha incontrato il brano giusto, quello che si pensa sia perfetto per l’Ariston. “Dentro di me ero pronta per fare una cosa così grande perché ora vivo con serenità, sono convinta di me stessa, mi vedo nella mia totalità e ogni tanto mi dò anche una pacca sulle spalle”.
Protagonista di un simpatico siparietto con una giornalista che, con Alessandra, frequentava la stessa comitiva prima della sua partecipazione ad Amici: “Ho ancora tanto di quella Sandrina e oggi, dopo essermi repressa per tanto tempo, faccio i complimenti a quella ragazza, per la donna che è diventata conservando però dentro quella parte fanciullesca che mi caratterizza”.
Ha avuto anche una “caduta” salentina parlando dei tanti artisti provenienti dalla sua terra che, come lei, quest’anno sono in gara. “Per fortuna li ho visti un po’ alle feste e un po’ prima della passerella sul green carpet. E lì eravamo come gli alunni indisciplinati che vanno in gita, e ogni volta che ci incontriamo è subito dialetto. Perché il dialetto fa terra, fa famiglia, fa unione, però ‘lampu se l’aggiu isti na fiata per bene’. Nel senso che non siamo riusciti ancora a fermarci un attimo e chiederci com’è andata? Non c’è il tempo, ma è importante per tutti noi sapere che oltre alla musica qui c’è anche tanta famiglia”.